La scoperta del grandioso monumento funerario avvenuta nel 1984, denominato localmente “Montariolo”, ha determinato l’inizio delle ricerche archeologiche sistematiche nel territorio, condotte e sostenute economicamente dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio e da alcune Università straniere. I numerosi ed importanti rinvenimenti, che sono preziosa testimonianza della cultura materiale dell’ antico popolo degli Equicoli, hanno motivato la costituzione del nuovo Museo Archeologico Cicolano (MAC) il quale deve essere considerato il museo di tutto il territorio della valle del Salto.
Il contesto storico
Il Cicolano, un tempo chiamato ager Aequiculanus, prende il nome dalla popolazione che anticamente lo abitava: gli Equicoli (Aequiculi), i guerrieri delle montagne. Con questo appellativo gli autori latini si riferivano ai superstiti dell’antico popolo degli Equi che sconfitti definitivamente dai Romani nel 304 a.C., vennero relegati sulle alture di questo ristretto territorio impervio e montuoso.
Virgilio nel VII libro dell’Eneide così descrive questo popolo
“aspro su tutti il popolo degli Equicoli. Avvezzo alle lunghe cacce nei boschi, armati lavoran la terra, che zolla ha durissima, e sempre ogni giorno amano radunar nuove prede e viver di ratto”.
Fra le numerose indagini archeologiche la più importante è quella che ha riguardato il grandioso tumulo individuato nella piana di Corvaro di Borgorose, monumento eccezionale e unico nel suo genere in tutta Italia.
Impostatosi su di una precedente necropoli dell’eta del Ferro(IX – VII sec. a.C.) l’imponente tumulo ha restituito 368 tombe di età preromana, evidenziando diverse fasi cronologiche.

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